“Finalmente si parla di riforma fiscale e di taglio delle aliquote, certo che gli 8 miliardi messi fin’ora in campo non possono bastare. Ci auguriamo che l’operazione prosegua nei prossimi anni, altrimenti questo taglio resterebbe un’operazione spot”. E’ quanto afferma all’Adnkronos Mino Dinoi, presidente della confederazione Aepi (Associazioni europee di professionisti e imprese), commentando l’accordo politico raggiunto ieri al tavolo al Mef tra i rappresentanti dei partiti di maggioranza per il taglio delle tasse con le risorse stanziate nel disegno di legge di bilancio.
“Ridurre la pressione fiscale e semplificare i procedimenti deve essere invece una priorità per il governo e per tutti i partiti” rimarca Dinoi in rappresentanza di oltre 500 mila imprese e 15 mila professionisti multidisciplinari (tributaristi, commercialisti, avvocati, geometri, architetti, ingegneri e consulenti del lavoro).
Aepi guarda con favore alla direzione presa sull’Irpef. “Nella nostra audizione in commissione sul ddl bilancio, la settimana scorsa, avevamo chiesto che le risorse in campo fossero concentrate in una sola direzione: a vantaggio dei ceti medi oppressi dall’Irpef. La maggioranza sembra aver deciso di imboccare questa strada, – osserva – con una riduzione d’imposta che in alcuni casi toccherà i 1.000 euro, non possiamo che esserne soddisfatti. La richiesta di Aepi è stata recepita”. “Serve però chiarezza sulle modalità con cui verranno attuate le novità introdotte. Nel merito, – sottolinea Dinoi – dovremmo aspettare e conoscere anche la relativa rimodulazione delle varie deduzioni e detrazioni fiscali per capire a quanto ammonta il vero taglio netto della pressione fiscale sulle persone fisiche”.
Per quanto riguarda l’Irap, “bene il taglio parziale dell’Irap ma ricordiamo che il ddl di riforma prevede il suo totale superamento. Il governo deve essere chiaro sul percorso che verrà intrapreso per giungere all’obiettivo”. E’ il commento di Mino Dinoi secondo il quale anche la riduzione del cuneo fiscale alle imprese rappresenta “una sfida” su cui intervenire che “rimane da capire”. “I dati della Banca Mondiale dicono che in Italia il 60% dei profitti d’impresa finisce in tasse. La sfida è intervenire anche su questo versante, ma apprendiamo con soddisfazione che la macchina inizia a muoversi dopo decenni di immobilismo” conclude Dinoi.
Fonte: Adnkronos